Italiano
Imperfection è un progetto autobiografico che esplora il senso di identità e racconta una storia di viaggio e di ritorno in Italia dopo tanti anni all’estero. Le mie foto rappresentano luoghi onirici che appartengono ad un’archeologia di una memoria lontana, distante, che ricordano un mondo scomparso. L’essere umano involontariamente crea un confine con la propria casa, la propria terra o il proprio paese e non azzarda nel conoscere l’altro o il diverso. Si appassiona alla sua casa perché il confine è il luogo che definisce il suo essere.
Paura del diverso, paura dell’invasore, una paura che crolla le proprie le convinzioni fondamentali e destabilizza la routine.
Viaggiare crea una rottura con questa ideologia e mette in discussione la propria sicurezza.
Allora, cos’è la casa?
È un luogo specifico o un ricordo? “Sentirsi a casa”. Forse è questo. Un sentimento... crea la sensazione di qualcosa di non del tutto chiaro. È un sogno del passato? È una fotografia di una festa in famiglia o di un vecchio partner?
La casa è una montagna? Forte e imponente. Nessuna pretesa né aspettativa. La casa è un’isola? Circondato dall’acqua. Spazio sferico. Controllo completo.
I rami degli alberi si estendono e mi abbracciano come un genitore. Tutti gli alberi mi ricordano di casa, quell’ultimo abbraccio prima di ripartire.
Strati di memorie che si intrecciano tra alberi e strade vuote, ritrovandomi con una solitudine costante.
La casa è un simbolo di salvezza?
English
Imperfection is an autobiographical project exploring the sense of belonging and identity. It is a body of work which tells a story of travel and returning to Italy after many years away. My photographs belong to an architecture of a distant past, oneiric spaces and vast landscapes which put into question one’s own ideas of searching for home.
At times human beings unconsciously create borders around their own home, land or country and don’t take a risk to explore that which is unknown.
Fear of the different, fear of the invader, a fear that rocks core beliefs and destabilises routine.
Travelling: creates a rupture to this ideology and questions one’s own safety and comfort zone.
What then is home?
Is it a specific place or maybe even a time one remembers? The sense of home. Perhaps this is what it is.
A sense... it creates a feeling of something not quite clear. Is it a dream of the past? Is it a photograph of a family reunion or of an old partner?
Is home a mountain? Strong and imposing. No pretences nor expectations. Is home an island? Surrounded by water. Spherical space. Complete control.
Those long trees branch out and reach out as a parent’s embrace. All the trees remind me of home, of that last hug before setting off again.
I see only layers of memories which intertwine between tree branches and empty streets, coming back to a constant solitude.
Is home salvation?